La quadratura del cerchio

Eh sì, la quadratura del cerchio l’abbiamo trovata, o meglio completata: Volevo tentare di aggiungere al classico anello Cagno-Ocre-Cefalone, anche l’isolata e sottovalutata cima dei Monti di Bagno, sola soletta, lì vicino. Parliamo di un bellissimo gruppo montuoso, quello del Cagno e dell’Ocre, la cui unica cresta, insieme all’altopiano del Cefalone, separa la piana di Campo Felice dalla conca aquilana. I punti di partenza per raggiungere le nostre mete erano svariati, mi stuzzicava però partire da Campo Felice, passando per il valico di Forcamiccia. Dopo avere proposto il progetto, pensavo di formare il solito gruppo versione invernale composto da tre-quattro compagni, invece mano a mano che si avvicinava la data prefissata notavo una sorprendente adesione, e soprattutto un fatto insolito: per merito del contagioso entusiasmo di Drago (Maurizio) e della grande capacità aggregativa di Marcovaldo, stavamo formando quello che poi è stato ribattezzato un gruppo escursionistico interforze! Da una parte Quelli di Aria Sottile, con all’interno egregiamente rappresentate svariate regioni d’Italia, e con una special guest, Kyle, direttamente dagli Stati Uniti; dall’altra il variegato gruppo di amici di Avventurosamente, che Maurizio ha sapientemente chiamato a raccolta per questa entusiasmante traversata. Ci ritroviamo a Roma e alle 06:40 partiamo direzione Campo Felice. Arriviamo alle 07:50 in una piana ancora deserta, dove gli esercenti dei ristori stanno iniziando i preparativi per una buona giornata di commercio, mentre ancora non si vedono i frequentatori delle stazioni sciistiche. Si parte alle 08:05 con la sensazione di una giornata “rovente” se rapportata al periodo. Infatti bastano pochi passi in salita per costringerci ai soliti spogliarelli ed alleggerimenti, addirittura il nostro compagno sardo si mette in pantaloncini corti!. A causa delle alte temperature di questo periodo, la neve è una pappa, infatti nei punti più profondi affondiamo fin sulle cosce. In breve raggiungiamo il valico di Forcamiccia, dal quale deviamo verso sinistra, attraversando un bosco che costeggia il versante orientale del Cefalone. Al termine del bosco ci si immette nella valle Cannavine, che percorriamo a fondo valle per calpestare una neve un po più dura, tra i due ripidi versanti, a sinistra del Cefalone e a destra della costa della cavigliera, una spalla alle pendici del Cagno. Al culmine della valle si apre uno scenario spettacolare: l’altopiano di Settacque si rivela sorprendente quanto insolito, fatto di spalle e pianori, ripide discese e pendii che si intersecano, cambiando repentinamente versante, e, complice l’assenza di vento, siamo tutti lì immersi ad ascoltare quel silenzio, puro ed incontaminato. Che, insieme alla visione di quel mare di bianco candido, ci fa restare fermi alcuni attimi, a contemplare un qualcosa che si percepisce appena. L’idea era di trovare un punto di attacco per salire direttamente sul Cagno, in modo tale da risparmiare tempo e chilometri e poter completare il giro. Di comune accordo scegliamo il costone da risalire ed in breve siamo sulla nostra prima cima, il Monte Cagno, 2153 mt. Il panorama è come sempre entusiasmante, la mole del Sirente e il PNLAM a Sud, la Maiella a Sud Est, il Gran Sasso con in sequenza il Centenario , Corno Grande , Intermesoli e Corvo, la Laga verso Nord e girandoci verso Ovest la sagoma unica del Velino. Non finiremo mai di sorprenderci, non sarà mai una noia, se hai ‘sta benedetta passione della montagna. Breve sosta, uno spuntino, foto di vetta e un leggero vento ci invita a ripartire per la prossima, l’Ocre. Facciamo un bel tragitto di cresta, calpestando ora roccette e ora tratti di neve farinosa. Il tratto finale poco prima della cimma dell’ocre è un bel salire, con piccoli tratti in cui ci aiutiamo con le mani. Siamo in vetta all’Ocre, 2204 mt, facciamo la nostra foto di vetta e ci godiamo un meritato spuntino…anzi per il nostro compagno d’america, altro che spuntino, un bel contenitore pieno di pasta al pesto! Abbiamo anche compagnia, infatti ci raggiunge in vetta un escursionista con gli sci che si appresta a godersi delle belle discese su queste vallate, accompagnato da quattro cagnolini, due dei quali, notando la nostra scalmanata banda, pensano bene di aggregarsi a noi: ora siamo veramente un gruppo eterogeneo! Proseguiamo quindi per la isolata cima dei monti di Bagno, discendendo la cresta che si affaccia su Casamaina, preceduti dai nostri cagnolini, ribattezzati Cagno (il nero) e Ocre (il biondo). Arrivati, o meglio scesi sulla cima di Bagno, 2073 mt, qualcuno dei nostri prodi storce un po’ il naso per la non esaltante vetta, ma, si sa, quando hai a che fare con questi matti dei collezionisti di 2000! Immediatamente torniamo indietro perché ci attendono ancora svariati saliscendi da affrontare. Tornati sulla sella di Sottacque, individuiamo la cresta di salita più diretta verso il Cefalone e partiamo. Non male come salita, al termine della quale si apre l’altro scenario per il quale è valsa la pena di salire. Un meraviglioso altopiano che affaccia direttamente sulla piana di Campo Felice. Ancora poche decine di metri e siamo in vetta alla quarta ed ultima vetta, il Cefalone, 2142 mt. Facciamo un altro spuntino, dopodichè prendiamo la via del ritorno scendendo di traverso in direzione sud. La neve su questo versante è alta e papposa, infatti si fatica un po’, ma in breve riprendiamo la via che attraversa il bosco e raggiunge la sella di Forcamiccia, dalla quale scendiamo e raggiungiamo le auto. Insomma, veramente una bella passeggiata, 17.7 Km conditi da svariati saliscendi, in compagnia di un bel gruppo di compagni (ringrazio tra gli altri Max/Aragorn per le splendide foto), con la comune passione per le nostre montagne. Ed infine è stata bella anche la novità della condivisione del progetto tra i due gruppi, Quelli di Aria sottile e Quelli di Avventurosamente.